26 APRILE - A PIAZZA MONTECITORIO PER IL RECOVERY PLANET


 

Curiamo il Pianeta: Recovery PlanET.

La Società della Cura chiama alla mobilitazione 

per il 26 aprile in piazza Montecitorio a Roma


Il 26 aprile, dalle 15.00, come Società della Cura saremo in piazza Montecitorio a Roma, in occasione della discussione alle Camere del Recovery Plan. 

Dopo la mobilitazione dello scorso 10 aprile, che ha visto la partecipazione di decine di città e una diretta social di oltre sei ore, la Società della Cura rilancia in piazza a margine dell'intervento del premier Draghi il Recovery PlanET (il testo qui: https://societadellacura.blogspot.com/p/recovery-planet.html) redatto grazie al lavoro di 14 tavoli tematici dove centinaia di persone hanno progettato una proposta alternativa alla visione del Governo italiano e dell'Unione Europea su come affrontare la crisi sindemica che stiamo vivendo.

Per l'occasione incontreremo i parlamentari che vorranno incontrarci, consegnando loro il Recovery PlaneET e chiedendo loro un impegno in sede di votazione e oltre.

Contemporaneamente alla mobilitazione a Roma, sono previsti presidi a Savona, Padova, Palermo, Napoli, Massa, Grosseto, Genova, Salerno.


E' possibile essere presenti al presidio di Roma, ma puoi sostenere la mobilitazione anche a distanza diffondendo e partecipando al mailbombing dalle 13 di lunedì 26 aprile

Il link per il mailbombing è: https://actionnetwork.org/letters/scriviamo-alla-politica-di-votare-contro-il-pnrr


Se invece vuoi seguire la diretta da Montecitorio a partire dalle 15.30, condividendola sui tuoi social, il link è: https://www.facebook.com/events/1038176026591286


Questo il testo del volantino che verrà distribuito a Roma e negli altri presidi:

La Società della Cura in Presidio il 26 aprile a piazza di Monte Citorio

“Bisogna riassaporare il gusto del futuro” ha detto il Presidente del Consiglio Draghi illustrando il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l'accesso ai 200 miliardi del Next Generation Eu. Di quale futuro parla, con un piano scritto da una piccola task force di “esperti”, presentato al Parlamento cinque giorni prima del suo invio all'Unione Europea, senza nessun coinvolgimento della società?

Non c'è futuro senza una democrazia reale e partecipativa, nella quale tutte e tutti concorrano a decidere quale modello di società è necessario.

Il PNRR del governo è orientato da Crescita – Concorrenza – Competizione. Prevede grandi investimenti, ma nessuna conversione sociale ed ecologica della società, solo una modernizzazione green e digital dell’attuale modello fondato sulla mercificazione e predazione della natura e su una sempre maggiore diseguaglianza. Con l'aggravante di destinare fondi diretti e indiretti a infrastrutture inutili e dannose, a partire dal Tav, all'industria bellica e ai sistemi d'arma, di riaprire la porta al nucleare, proprio nell'anniversario del disastro di Chernobyl e del decennale del referendum su acqua e nucleare. Autorizzare nuove trivellazioni, finanziare alcune filiere dell'idrogeno, possibili solo con la permanenza del metano, è astorico, come non affrontare il tema delle bonifiche e liberare i territori dalle tante “Ilva” d’Italia. Il PNRR dovrebbe finanziare l’agricoltura contadina e agroecologica, la riconversione graduale dell’agroalimentare verso il plant-based, rigettando finte soluzioni come gli schermi e la produzione di biometano dagli allevamenti. Il punto per noi è ridurre e cambiare tipo di produzione e consumo, agevolando e incentivando il cambiamento, e non mettere “cerottoni” che non curerebbero tutti i danni attuali a persone, ecosistemi e animali.

Non è questa la strada da seguire. Serve un cambio di paradigma e un nuovo modello di convivenza: la società della cura, che sia cura di sé, delle altre e degli altri, dell'ambiente, del vivente, della casa comune e delle generazioni che verranno.

Il PNRR del governo parla di ripresa e resilienza. Con la difesa a oltranza dei brevetti, il rilancio delle liberalizzazioni commerciali e delle privatizzazioni, a partire dall'acqua, ha in mente gli interessi delle grandi imprese e delle lobby finanziarie, dai quali dovrebbe dipendere il benessere delle persone e della società. Infatti, allo stato, non si prevedono che interventi marginali per sostenere la sanità pubblica territoriale, il welfare e le infrastrutture sociali, tantomeno per assicurare il diritto alla casa. Ma senza casa non c’è cura.

Non vi sarà alcuna ripresa e resilienza senza garantire un reddito di base e un lavoro degno, la trasformazione ecologica della produzione e della società, beni comuni tutelati e sottratti al mercato, diritto alla casa, alla salute, alla formazione e alla sicurezza sociale garantiti per tutte e tutti. Per uscire dalla logica del “ristoro” concesso a questa o quella categoria, e curare nel suo insieme una società in cui nessun* sia lasciat* indietro.

Il 26 aprile il Presidente del Consiglio Draghi porterà alla discussione delle Camere il PNRR. Sarà poco più che una ratifica, con tutti i partiti in spasmodica attesa del bastimento carico di miliardi che arriverà dall'Europa.

Il 26 aprile saremo davanti al Parlamento per presentare il nostro Recovery PlanET, un piano alternativo che contrapponga il prendersi cura alla predazione, la cooperazione solidale alla solitudine competitiva, il “noi” dell'eguaglianza e delle differenze all'”io” del dominio e dell'omologazione.