LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI NAZIONALI, EUROPEE E
INTERNAZIONALI
Questa lettera, promossa da associazioni della “Rete In difesa di – Per i diritti umani e chi li difende” (www.indifesadi.org) a cui hanno aderito molte altre, e molti aderenti alla Convergenza per la Società della Cura, è stata inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai Ministri degli Esteri e degli Interni, alla Commissione Esteri della Camera e alla Presidente della Commissione per i diritti umani
Al Rappresentante diplomatico italiano presso le Organizzazioni internazionali Amb. Gian Lorenzo Cornado e all’Amb. Gianluca Alberini, alla dott.ssa Michela Carboniero Ufficio Diritti Umani, al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
E’ il tempo della solidarietà
La situazione va irrimediabilmente e drammaticamente precipitando in Afghanistan. Mentre
appaiono evidenti le responsabilità in primo luogo di chi ha intrapreso e sostenuto la guerra e
condotto 20 anni di occupazione in Afghanistan, riteniamo adesso necessaria un’azione rapida e
coordinata da parte dell’Italia e dell’Europa per evitare ulteriori disastri umani e sociali: una
iniziativa per facilitare un rapido rientro in dignità e sicurezza della popolazione civile che chiede di
abbandonare il paese, sentendosi in pericolo e altre iniziative tese a proteggere chi decide di restare
nel paese o non può fare altrimenti.
Non bastano le dichiarazioni e gli appelli al rispetto delle vite, bisogna agire concretamente.
L’attenzione dell’Italia e dell’Europa verso l’Afghanistan non può cessare con la fine della presenza
militare internazionale così come l’impiego di risorse non può terminare per i risultati fallimentari,
compreso il processo di cosiddetta democratizzazione nell’ultimo ventennio.
Lo dichiarano a chiare lettere anche gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite nel loro comunicato
congiunto1 ricordando che la comunità internazionale, dopo vent’anni di lavoro nella repubblica
islamica dell’Afghanistan, non può oggi dimenticare gli sforzi compiuti per ridare dignità alle vite
dei cittadini e delle cittadine afgane. Lo stesso comunicato, richiamando il ruolo del Consiglio ONU
sui Diritti Umani di cui l’Italia fa parte, ricorda agli Stati Membri la necessità di mantenere aperti i
propri confini al fine di accogliere i richiedenti asilo provenienti dall’Afghanistan, garantendo
altresì aiuto umanitario tanto ai rifugiati che agli sfollati interni.
In questo momento bisogna rispondere all’urgenza umanitaria e facilitare quindi l'uscita di tutti
coloro che a qualsiasi titolo abbiano collaborato con il personale civile o militare straniero, i gruppi
più vulnerabili o che possano risultare invisi al governo talebano, al di là della loro propaganda.
Primi tra tutti i difensori e gli attivisti ed attiviste per i Diritti Umani. La protezione ed il sostegno ai
difensori dei diritti umani è impegno che il nostro paese ha preso formalmente nel candidarsi al
seggio a rotazione al Consiglio ONU per i Diritti Umani e parte integrante della politica estera del
paese.
Chiediamo che l’Italia e l’Europa si impegnino per una evacuazione immediata senza esclusioni,
accogliendo subito tutti coloro che fuggono dal paese, in particolare, le donne nubili o sole con figli,
ragazze e bambine, persone LGBTI, le attiviste e gli attivisti per i Diritti Umani, le giornaliste e
giornalisti, avvocate e avvocati, insegnanti, studenti, tutti coloro che hanno collaborato in
programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali e che si erano
maggiormente esposti risultando oggi bersagli tanto più facili per la violenza talebana.
L’Europa e l’Italia promuovano dunque in tempi utili allo scopo corridoi umanitari per i rifugiati
provenienti dall’Afghanistan, li accolgano con generosità, nel rispetto della legalità e con il
sostegno ai paesi di primo ingresso. Proponiamo quindi di:
- Modificare con urgenza la normativa in modo da permettere l’ingresso in Italia in esenzione
di visto;
- Trasferire nell’immediato le competenze al rilascio dei visti alle autorità consolari italiane
presenti nei paesi limitrofi;
- Mantenere o ristabilire quanto prima un presidio diplomatico per facilitare le richieste di
asilo dei cittadini e delle cittadine afghane che non riusciranno a mettersi in salvo
nell’immediato;
- Garantire l’evacuazione immediata di tutti coloro che erano in attesa di partire a seguito di
autorizzazione per ricongiungimento familiare o già in possesso di permesso ad altro titolo e
si trovano adesso impossibilitati a lasciare il paese;
- bloccare i rimpatri verso l'Afghanistan
Occorre tuttavia guardare anche oltre l'emergenza attuale e considerare chi resta nel paese
determinato a continuare a lottare per i diritti umani e con grandi necessità materiali.
Riteniamo che il nostro paese debba prendere una posizione chiara e pubblica in sostegno alle
proposte dei Relatori Speciali ed attivarsi in seno al Consiglio ONU affinchè le stesse vengano
appoggiate dagli stati membri.
Oltre alle misure di sostegno a chi decide o è forzato a lasciare il paese, i Relatori Speciali
raccomandano le seguenti iniziative che andranno sostenute anche dal nostro paese:
a. l’invio rapido di una missione in Afghanistan per valutare la situazione sul campo e informare il
Consiglio su violazioni dei diritti umani, e le relative responsabilità inclusi crimini di guerra,
crimini contro l’umanità e genocidio.
b sostenere l’Alto Commissario per i Diritti Umani nei suoi sforzi per prevenire nuove ulteriori e
sistematiche violazioni dei diritti umani creando un meccanismo internazionale di monitoraggio e
verifica
c. sostenere le attività dei Relatori Speciali a tal riguardo
d. prestare particolare attenzione alla protezione dei più vulnerabili, bambini e bambine, donne e
ragazze, Internally Displaced Persons, disabili, difensori dei diritti umani, giornalisti e media,
avvocati e avvocate, attori della società civile, utilizzando tutte le capacità politiche e diplomatiche
del Consiglio al fine di contribuire alla protezione di tali gruppi
È inoltre urgente sostenere anche economicamente le associazioni per i diritti delle donne e per i
diritti umani in generale e con programmi e azioni di cooperazione internazionale civile la
popolazione afgana che resterà nel paese esposta a rischi di violenza e discriminazioni. A questo
scopo va potenziata/ripristinata la collaborazione con le organizzazioni della società civile che
continueranno strenuamente a lottare per i diritti, come nel caso di RAWA e altre associazioni di
donne e di difesa dei diritti umani. È il tempo della solidarietà.
agosto 2021
Promuovono:
AIDOS, AOI, ARCI, ARCS, CGIL, CISDA, CIPSI, COSPE, Centro Diritti Umani Antonio Papisca (Univ.
Padova), Cultura è Libertà, Forum Trentino per la pace e i diritti umani, Giuristi democratici, HRIC,
ISCOS-CISL, Lega per i Diritti dei Popoli, Osservatorio Solidarietà della Carta di Milano, Terra Nuova,
Un Ponte Per, YAKU
Aderiscono:
Assopace Palestina, Associazione Orlando Bologna.
Le seguenti associazioni della Società della Cura (https://societadellacura.blogspot.com/):
ATTAC Italia, Alleanza per il clima, la cura della terra, la giustizia sociale, Amici della Ludoteca Aps, Associazione culturale Punto Rosso, Associazione AltraMente, Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, Associazione Le Nove, Associazione Tiapaia (TN), Associazione Alma Terra (Mola di Bari), Associazione L’Altra Europa (Lab.VE), Associazione Albatros Lab. Teatrale e Centro Solidarietà (Alba), Associazione per la Pace Padova, FAIR, IFE, Presidio Europa NoTAV, Casa dei Circoli, culture e popoli (Ceriale), Cattive ragazze, ComuneRoero OdV, Comunità La Collina (Serdiana), Cobas Scuola VE, Centro Giorgio La Pira, Comitato Stop TTIP (UD), Comitato Fermiamo la guerra e Rete antirazzista (FI), Comunità delle Piagge (FI), Circolo fiorentino di Libertà e Giustizia, Comitato Milanese Acqua Pubblica, DIEM25, Gruppo di acquisto solidale del Parco (MI), Gruppo Femm SdC, Deposito dei Segni, Tempi di Fraternità (AT), Laudato Sì, Medicina Democratica, Pacifiste/i dell’ora di silenzio per la Pace, Rete Radiè Resch – Quarrata, ReCoSol, Un’Altra storia Aps, Shaharazad Aps, Transform!Italia, Pressenza, ONG 2.0, Unione Forense per la tutela dei diritti, WILPF Italia