TORNIAMO IN PIAZZA... PERCHÈ CI SAREMO IL 25 SETTEMBRE 2021
L'adesione del Gruppo Femm della Società della Cura alla manifestazione nazionale a Roma, il 25 settembre a Piazza del Popolo, promossa dall'Assemblea della Magnolia
Torniamo in piazza con una consapevolezza in più, perchè dalla pandemia abbiamo imparato una lezione: contro l'incuria del potere, occorre lottare per praticare la cura che metta al centro la vita degli esseri umani della natura e di tutti i viventi.
Torniamo in piazza mentre si svolge il dramma dell'Afghanistan. Un altro, e altri crimini provocati dalle guerre dei potenti: in Siria, Yemen, Kurdistan, Palestina, Iraq, Libano, Libia, in tanta parte dell'Africa...
La guerra, sempre scatenata da interessi economici e di potere, opera distruzione. La violenza chiama violenza. Mai crea democrazia, libertà, diritti.
Per questo le nostre prime parole sono contro la guerra. Contro la guerra patriarcale in nome della libertà delle donne. Contro la guerra distruttiva in nome della "esportazione" di democrazia. Contro la guerra che arricchisce l'industria delle armi e i poteri militari, che porta occupazioni e guerre civili. Contro la guerra, che esprime con la massima violenza l'incuria, dell'umanità e della natura
Torniamo in piazza per svelare l'ipocrisia di una politica che oggi si strappa i capelli per "le donne e i bambini afghani" dopo aver occupato per 20 anni il paese e sostenuto i signori della guerra ed i loro governi corrotti legati all'economia della droga e autori, essi stessi, di crimini Il nostro paese non è innocente. Basta con la retorica mediatica, basta con l'esaltazione del "ventennio di libertà".
Torniamo in piazza per affermare ancora una volta l'amore per la libertà di tutte le nostre sorelle, l'amore per i diritti conquistati, da conquistare, da difendere, nel nostro paese e nel mondo: diritto all'istruzione e alla cultura, diritto alla salute, diritto al lavoro, libertà di essere se stesse.
Diritti oggi messi pesantemente sotto scacco in molte parti del mondo. Non troviamo traccia di questi diritti nel "piano di ripresa", né un cambiamento di passo sulle privatizzazioni che hanno smantellato la sanità, né nella difesa dei posti di lavoro, e neanche nel sostegno a redditi sempre più impoveriti.
Torniamo in piazza per cambiare un sistema sociale, economico, culturale e di potere basato sulla disuguaglianza, pervaso di violenza spesso impunita, dalla discriminazione fino all'omofobia, allo stupro e al femminicidio.
Torniamo in piazza decise ad avviare quella rivoluzione della cura che si basa sul rispetto dell'altra e dell'altro, i diritti e le libertà di tutte e di tutti, native/i e migranti, a partire dal diritto alla cittadinanza e dal riconoscimento di tutte le soggettività.