LE PROPOSTE DEL COMITATO STOP TTIP DI UDINE
Costruire alleanze
e operare in sinergia tra le diverse organizzazioni, comitati, gruppi che operano sui temi legati ai Trattati, monitorare le posizioni dei nostri Parlamentari e degli Europarlamentari, per noi quelli eletti nella Circoscrizione del Nord EST
Denunciare a chiare lettere
la pervasività delle Multinazionali, pronte a condizionare le decisioni dell’UE, tenendo i contatti con alcune Agenzie di informazione come il Ceo, il Corporate Europe Observatory, che monitora l’assedio alle istituzioni da parte delle Multinazionali, soprattutto quelle dell’agrochimica decise a ridurre le protezioni sanitarie e fitosanitarie
Premere sul Parlamento Italiano
affinché non si ratifichi il CETA allo scopo di avviare un profondo ripensamento della ragione e degli obiettivi della politica commerciale nazionale ed europea, specialmente sull’agroalimentare.
Spingere sui nostri europarlamentari
affinché non si arrivi all’allentamento delle maglie legislative sui pesticidi e sui limiti massimi di residuo quando questa primavera arriverà a compimento l’iter di revisione dei regolamenti 1107/2009 (pesticidi) e 396/2005 (residui),
perché non si accetti un doppio regime sui pesticidi tra regole europee, tutto sommato più restrittive in rapporto alle sostanze nocive presenti, e i prodotti che verrebbero importati da Canada, USA e Brasile con il Ceta, il TTIP e il Mercosur.
Tutelare l’acqua come bene comune
respingendo ogni attacco a qualsiasi privatizzazione e finanziarizzazione.
Inoltre, il Comitato Stop TTIP di Udine continuerà ad appoggiare la Campagna StopTTIP Italia nei seguenti obiettivi:
- indirizzare gli investimenti in agricoltura e le politiche di sostegno verso le piccole e medie aziende contadine anche con strumenti di sostegno al mercato interno
- permettere a Stati e autorità locali di introdurre reti di sicurezza e sostegno al reddito per i poveri urbani e rurali senza che vengano classificate come distorsive del mercato
- sollecitare clausole d’ esclusione dal negoziato di interi settori d’interesse pubblico, a partire da acqua, istruzione, sanità e produzione alimentare di base, che li sottragga dall’area d’azione dei nuovi trattati e degli eventuali meccanismi di arbitrato in vigore
- spingere per subordinare l’avvio dei negoziati, a livello multilaterale, plurilaterale e bilaterale, all’adesione vincolante dei contraenti ai Trattati internazionali fondamentali, sia vincolanti sia volontari, in tema di lavoro, ambiente, clima e diritti umani
- premere per l’annullamento delle clausole arbitrali, per escludere la possibilità da parte degli investitori di rivalersi contro gli Stati partner presso meccanismi esterni alla giustizia ordinaria