ALTERPIANA FIRENZE PRATO PISTOIA - MEDICINA DEMOCRATICA FIRENZE –
COMITATO NO TUNNEL TAV FIRENZE
PROPOSTE CONCRETE PER LA COSTRUZIONE DELLA
'PIATTAFORMA DELLE PRIORITA'"
Tre punti per la Proposte di priorità
1)
RIFERIMENTO AI PUNTI 3 Riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici - 4 Centralità dei territori e democrazia di prossimità
Nel processo di conversione ecologica del sistema economico e dell' insieme della società, attraverso un approccio relazionale e ciclico (cicli biogeochimici), diventa centrale riconoscere prioritariamente i beni naturali, i beni e i luoghi comuni sociali, emergenti e ad uso civico, quali elementi fondanti la coesione territoriale e una società ecologicamente e socialmente orientata. Beni e servizi primari (i prodotti alimentari, l'acqua, l'energia, i boschi e il mondo vegetale, l'istruzione e la ricerca, la sanità, i servizi sociali, l'edilizia abitativa); quelli senza l'uso dei quali una parte considerevole delle altre attività economiche non sarebbe possibile (i trasporti, l'energia, le telecomunicazioni, la fibra ottica); le scelte d'investimento di lungo periodo di carattere scientifico, tecnologico e culturale, in grado di potenziare e migliorare, nel tempo e in maniera significativa, la vita materiale e spirituale. I processi di riterritorializzazione delle economie e degli usi degli ecosistemi 'armano' l' avvio di una reale democrazia di prossimità.
Proposta
* Costruzione di patti territoriali per l' evoluzione ecosistemica e sociale.
Tali patti rappresentano e costituiscono le 'convergenze' su specifici territori definiti come ambiti relazionali ecosistemici e sociali da chi li abita e li percepisce. Costituiti dagli abitanti in una logica solidaristica e mutualistica, intessono rapporti con le istituzioni locali e le strutture organizzate sulla base di una reale autonomia di reciprocità.
§ Riconoscimento censimento di tali beni in ciascun ambito territoriale, attraverso:
- • l’individuazione delle risorse idriche presenti della loro rete distributiva;
- • delle risorse energetiche e della proporzione fra rinnovabili esistenti e potenziali e la conseguente identificazione del grado di dipendenza energetica da apporti esterni;
- • dei beni e dei luoghi naturali, seminaturali e antropici;
- • delle risorse immobiliari ed abitative;
- • del numero e della qualità dei servizi sanitari e sociali di prossimità;
- • del collegamento sia materiale che virtuale a breve, medio e lungo raggio
§ Avvio di sperimentazioni pratiche e effettive :
a) forme organizzative delle comunità territoriali (la dimensione comune) sia nella metropoli che nei territori rurali e montani :
- il Comune aministrativo quale nodo per la costruzione concreta di strumenti partecipativi per ogni specifico argomento (ad esempio delle mense scolastiche, delle strutture per anziani, dei consultori e naturalmente anche il protocollo zero waste);
- la dimensione (il luogo) comune che costruisce in autonomia forme e pratiche di Abitare Trasformativo anche con la elaborazione di strumenti ad hoc per l' autovalorizzazione decisionale degli abitanti ( riutilizzo del sistema ambientale metropolitano, rurale, montano fuori dalla relazione di profitto : orti collettivi, uso civico e collettivo di edifici e/o comparti edificati esistenti; ambiti ecosistemici rigenerativi, esperienze di agricoltura ecosistemica........)
b) stabilire dei “contratti” di fornitura reciproca fra ambiti territoriali contigui o no.
Il fondamento di tale contrattualità è la relazione paritaria. Al centro il potere decisionale della comunità sull’ambiente, attraverso la costruzione di una rete capace di resistere alle spinte localizzate che genera la ricerca del profitto. Tutto ciò nel segno di assunzione di una responsabilità globale verso la biosfera ed il pianeta, che rappresenta la cifra distintiva del nostro tempo.
2)
RIFERIMENTO AI PUNTI 3 Riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici e 7 Finanza al servizio della vita e dei diritti
La necessità non più rinviabile di ridurre drasticamente il prelievo e l' uso di fonti energetiche fossili e dei materiali in via di esaurimento e, sul piano ecosociale complessivo, di superare l' "estrattivismo", pone al centro le pratiche Rifiuti Zero/Combustione Zero che 'armano' da tempo la partecipazione reale delle popolazioni sia nel quotidiano esercizio delle raccolte differenziate, sia nei conflitti contro inceneritori e discariche, sia nelle proposte avanzate dal movimento per Rifiuti Zero.
Proposta
* Elaborazione di Contratti di Comunità - Comune, quartiere, aree metropolitane, luoghi e ambiti di esercizio dell' agroecologia e dell' agricoltura ecosistemica - per collegare la conversione ecologica della società alla riduzione della produzione di rifiuti, ai materiali recuperati e riutilizzabili : 'miniere urbane', compost con finalità di contrasto alla desertificazione e a favore delle pratiche di agroecologia. Le pratiche di risparmio energia/ materia e le conseguenti di riduzione, riciclaggio, riutilizzo hanno come comune denominatore l’idea di autonomia delle comunità territoriali nell’accesso alle necessità di basilari delle comunità (energia – acqua - cibo). Una autonomia relazionale che costituisce uno dei presupposti di base della relazione paritaria fra le comunità stesse. Riduzione drastica della tariffazione alla luce della proprietà dei beni post consumo da parte degli abitanti e del lavoro effettuato nel processo di raccolte differenziate, riutilizzo, riciclaggio. Utilizzo dei proventi della tariffazione ridotta per la costituzione di centri di riutilizzo e di riclaggio.
* Chiedere la denuncia e il non accoglimento degli accordi di Marrakesh, e dei successivi accordi internazionali (TIP ecc.) ispirati all’individuazione, da parte del capitale finanziario, dei servizi territoriali e dei servizi alla persona quale nuovo orizzonte dell’investimento ad alto tasso di profitti. Ciò richiede una presa di coscienza della pervasività di tali accordi internazionali e la promozione di iniziative su base nazionale o continentale.
3)
PUNTO 5 Pace, scambi egualitari, solidarietà, accoglienza
PUNTO 6 Scienza e tecnologia al servizio della vita e non della guerra
La “società della cura” non può limitarsi ai soli rapporti economici e sociali interni, anzi questi non potrebbero cambiare realmente se non riguardassero simultaneamente un profondo cambiamento delle relazioni del nostro paese con gli altri popoli e paesi del pianeta. L’Italia fa parte del blocco “occidentale”, o meglio del Nord del mondo, che ha fondato nel corso dei secoli il proprio sviluppo economico e sociale e le politiche di welfare sul brutale sfruttamento, spesso il genocidio e l’ecocidio, di altri popoli e paesi.
Non possiamo più accettare che i nostri livelli di consumi energetici, delle riserve biologiche, del cibo si reggano sullo sfruttamento delle risorse di altri paesi, in breve su uno “scambio scandalosamente ineguale”.
Proposta
-- Richiesta che il governo italiano firmi il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, approvato all' ONU il 7 luglio 2017, ed esiga il ritiro delle 40 testate termonucleari schierate in Italia, nelle basi militari italiana di Ghedi e USA di Aviano.
-- Taglio drastico della spesa militare.
-- Ritiro dei contingenti militari italiani all'estero.
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La ricerca scientifica e tecnica quali basi fondamentali per la costruzione di una società della cura che permetta una vita degna a tutte le persone, possono divenire elementi di distruzione se sono prodotte non al servizio della vita ma del dominio e della guerra.
Per questo non possono essere considerate fattori oggettivi o neutri, ma parte della dinamica sociale, i cui indirizzi devono essere decisi dalla collettività attraverso strumenti e modalità di partecipazione alle decisioni realmente coinvolgenti, in modo che i loro risultati vadano verso l'emancipazione delle persone e non verso il loro controllo sociale autoritario, in direzione della redistribuzione della ricchezza e non verso il dominio, in direzione della pace e della solidarietà fra i popoli e non in direzione della distruzione di vite, società e natura.
Proposta
* Costruzione di una Agenda per la radicale conversione della ricerca scientifica e tecnologica per metterla al servizio della vita, dell' evoluzione degli ecosistemi naturali, seminaturali e antropici; delle società umane e vegetali. Così come della prevenzione e cura della salute delle persone, anche favorendo l' aumento delle risposte immunitarie dell' organismo, del benessere delle fasce deboli della popolazione, dell'eliminazione delle diseguaglianze.