MEMORIA E FUTURO - COLONIALISMO, DISARMO, NON ALLINEAMENTO


PROPOSTE DI FABIO ALBERTI - UN PONTE PER


1. La pandemia ha evidenziato che le sfide esistenziali che l’umanità deve affrontare, dal riscaldamento globale, all’inquinamento, dalle pandemie, alla povertà possono essere affrontate solo attraverso la cooperazione globale tra i popoli e la messa in comune di tutte le risorse.

Siamo invece nel corso di un’imponente processo di riequilibrio di potere che tutte le grandi e piccole potenze stanno affrontando alimentando la competizione e il conflitto, nell’illusione che popoli o stati possano salvarsi da soli, senza, o addirittura contro altri popoli. Questa traiettoria se non fermata può portare ad una nuova deflagrazione globale, nella quale non può essere nemmeno escluso l’uso delle armi atomiche. 

In una situazione internazionale del tutto nuova occorrono politiche del tutto nuove, a cominciare dalla stessa collocazione italiana ed europea nel mondo. 

Vogliamo una Italia e un’Europa non allineata. Che non si appiattisca su nessuna delle potenze in competizione, ma che recuperando la parte migliore della proprie ispirazioni originarie si metta al servizio di un progetto di governance globale per un futuro condiviso. Un Europa il cui segno sia la neutralità attiva.

Un primo segno di questa direzione potrebbe essere l’adesione Italiana ed europea al Trattato Internazionale per la proibizione delle armi nucleari, appena entrato in vigore.


2. L’Europa può svolgere questo ruolo se assume il futuro comune dell’umanità come obiettivo delle proprie politiche e se farà i conti con il proprio passato schiavista, coloniale e postcoloniale e con le politiche commerciali che hanno contribuito a deprimere le economie dei popoli che vivono a sud del Mediterraneo.

Di fronte al dramma di milioni di uomini e donne costrette ad emigrare per fuggire dalle guerre, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, dalla povertà e disoccupazione l’Europa non può limitarsi ad accogliere i migranti (quando lo fa), ma deve assumere le proprie responsabilità di essere tra le cause della costrizione a emigrare e deve riconoscere di avere un debito storico verso le popolazioni costrette a migrare perché è sul passato coloniale che è fondata la propria ricchezza.

Una azione simbolica che segnali questa consapevolezza potrebbe essere la Istituzione di una giornata in ricordo delle vittime del colonialismo il giorno 3 ottobre, anniversario del naufragio di Lampedusa e giornata italiana in ricordo delle vittime dell’emigrazione.