MULTINAZIONALI E COMMERCIO - LE PROPOSTE DEL COMITATO STOPTTIP UDINE



Il Comitato StopTTIP di Udine,

cinque anni di mobilitazione contro i Trattati internazionali di libero commercio,

ancora oggi in campo per una Società della Cura


Chi siamo e come abbiamo operato

Il Comitato StopTTIP di Udine, da cinque anni in mobilitazione contro i Trattati internazionali di libero scambio, è ancora oggi in campo per una Società della Cura.

Abbiamo creato una rete nel territorio unendo le forze tra Associazioni, Comitati, Sindacati nella difesa dei DIRITTI e delle PERSONE viste le deregolamentazioni previste dai Trattati. 

Numerose iniziative, incontri, presidi per la tutela della filiera agro-alimentare locale, per la lotta contro l’uso massiccio di pesticidi e diserbanti, per la difesa della gestione dell’acqua come bene comune, acqua che rischia di essere finanziarizzata a favore degli appalti alle lobby del settore, appoggio a forme alternative di economia solidale e circolare, sostegno alle scelte di finanza etica, denunce dei rischi sulle mancate tutele dei lavoratori, difesa dell’ambiente, lotta ai cambiamenti climatici, accoglienza e tutela dei migranti.

Ci siamo fatti conoscere anche con presìdi e manifestazioni di piazza, esercitando un controllo sui parlamentari FVG e sugli europarlamentari eletti a Nord Est, intervenendo con forza durante le campagne elettorali, e gestiamo un account di informazione alternativa.

Nel 2017, parallelamente alla mobilitazione Stop CETA, abbiamo proposto un odg Stop CETA ai Consigli comunali FVG: 143 Comuni su 216 lo hanno votato, così pure il Consiglio Regionale.


Come mai il Comitato aderisce e dà il suo contributo per la realizzazione di una Società della cura

In questi difficili momenti, nella preoccupazione di assistere a una nuova recrudescenza del coronavirus, non dobbiamo perdere la lucidità. Curare, innanzitutto curare il commercio globale, e ancor di più curare i cittadini, da parte di chi e con quali garanzie?

Il commercio globale va curato nel senso che si dovranno privilegiare i diritti delle persone, mantenere saldo il principio di precauzione, garantire una giustizia sociale e ambientale, tutelare il lavoro e la salute, l’ambiente e il suolo, l’agroalimentare, i beni comuni, l’acqua e l’aria innanzitutto e riconoscere regole certe per bloccare i comportamenti predatori delle Multinazionali, oggi più che mai assetate dai possibili profitti e pronte a citare in giudizio gli Stati che hanno organizzato necessarie misure a favore di noi cittadini. Ai tempi del Coronavirus, per esempio, le lobby farmaceutiche si stanno scatenando anche sui vaccini per garantirsi sostanziosi guadagni, senza però che nessuno metta in discussione la proprietà dei brevetti


La globalizzazione e il principio di precauzione, unica garanzia per i cittadini


Già dal 2019 l’UNCTAD, agenzia delle Nazioni Unite, avvertiva che l’economia era sotto stress, l’aumento dei volumi di scambio internazionali non aveva garantito il superamento delle disuguaglianze, anzi ne aveva generate di nuove, mentre le grandi imprese ne avevano goduto ampiamente. 


Solo il principio di precauzione, quel principio per cui gli Stati che lo hanno adottato devono agire a monte per la tutela dei cittadini, è riuscito, almeno in Italia, a tutelare la salute pubblica. Principio, vale la pena rammentarlo, contenuto nel Trattato sul funzionamento dell’Europa che autorizza le autorità pubbliche a fermare commerci, import export, produzioni potenzialmente responsabili per un Paese. Stati Uniti, Canada, Brasile non riconoscono il principio di precauzione e vogliono cancellarlo e/o annacquarlo nei Trattati di libero commercio indicandolo come una misura protezionistica da parte dell’Europa.

Per gli Usa sono da bollare gran parte delle misure di tutela della salute pubblica e dell’ambiente, le procedure di autorizzazione dei farmaci in Europa, i controlli sulle etichettature del cibo, sui pesticidi, sul glifosato, sugli Ogm.

Sempre i suddetti Stati sono ricorsi più volte contro le regole europee al Tribunale delle dispute dell’Organizzazione mondiale del commercio e le loro Multinazionali si sono appellate ai Tribunali arbitrali previsti nei Trattati, ottenendo in molti casi risarcimenti milionari.


I Tribunali arbitrali a tutela delle lobby, non dei cittadini


Tribunali arbitrali ISDS  (una sorta di giustizia parallela prevista nei Trattati di libero commerci) potrebbero decidere che

  • i Governi degli Stati imputati non hanno pianificato per tempo le necessarie contromisure,

  • oppure che le autorità sanitarie nazionali hanno dato segnali incoerenti durante la crisi, nel tentativo di bloccare la diffusione del virus,

  • oppure che i Governi hanno requisito strutture alberghiere per accogliere i malati, hanno limitato le esportazioni per favorire il mercato interno di prodotti alimentari o farmaceutici, hanno bloccato i prezzi di medicinali o di dispositivi sanitari: 


sono queste tutte misure che gli arbitri dei tribunali commerciali potrebbero sanzionare, a difesa degli interessi delle Multinazionali, portando di conseguenza in giudizio gli Stati.


La nostra proposta politica

Costruire alleanze

e operare in sinergia tra le diverse organizzazioni, comitati, gruppi che operano sui temi legati ai Trattati, monitorare le posizioni dei nostri Parlamentari e degli Europarlamentari, per noi quelli eletti nella Circoscrizione del Nord EST

Denunciare a chiare lettere

la pervasività delle Multinazionali, pronte a condizionare le decisioni dell’UE, tenendo i contatti con alcune Agenzie di informazione come il Ceo, il Corporate Europe Observatory, che monitora l’assedio alle istituzioni da parte delle Multinazionali, soprattutto quelle dell’agrochimica decise a ridurre le protezioni sanitarie e fitosanitarie 

Premere sul Parlamento Italiano


affinché non si ratifichi il CETA allo scopo di avviare un profondo ripensamento della ragione e degli obiettivi della politica commerciale nazionale ed europea, specialmente sull’agroalimentare.



Spingere sui nostri europarlamentari


affinché non si arrivi all’allentamento delle maglie legislative sui pesticidi e sui limiti massimi di residuoquando questa primavera arriverà a compimento l’iter di revisione dei regolamenti 1107/2009 (pesticidi) e 396/2005 (residui).



Tutelare l’acqua come bene comune


respingendo ogni attacco a qualsiasi privatizzazione. 

Inoltre, il Comitato Stop TTIP di Udine continuerà ad appoggiare la Campagna StopTTIP Italia nei seguenti obiettivi:

  • indirizzare gli investimenti in agricoltura e le politiche di sostegno verso le piccole e medie aziende contadine anche con strumenti di sostegno al mercato interno

  • permettere a Stati e autorità locali di introdurre reti di sicurezza e sostegno al reddito per i poveri urbani e rurali senza che vengano classificate come distorsive del mercato

  • sollecitare clausole d’ esclusione dal negoziato di interi settori d’interesse pubblico, a partire da acqua, istruzione, sanità e produzione alimentare di base, che li sottragga dall’area d’azione dei nuovi trattati e degli eventuali meccanismi di arbitrato in vigore

  • spingere per subordinare l’avvio dei negoziati, a livello multilaterale, plurilaterale e bilaterale, all’adesione vincolante dei contraenti ai Trattati internazionali fondamentali, sia vincolanti sia volontari, in tema di lavoro, ambiente, clima e diritti umani

  • premere per l’annullamento delle clausole arbitrali, per escludere la possibilità da parte degli investitori di rivalersi contro gli Stati partner presso meccanismi esterni alla giustizia ordinaria

a nome del Comitato Stop TTIP di Udine, Emilia Accomando, stopttipud@gmail,com

In allegato un doc su una delle nostre ultime iniziative

Trattati e Cibo Mal…Trattato”, Udine, 30 sett.20