LE PROPOSTE DI "CULTURA E' LIBERTA" - PACE, DISARMO E DIRITTI UMANI


La società della cura guarda oltre i confini


Capitolo del manifesto: 5. Pace, cooperazione, accoglienza e solidarietà


Battersi per/ o difendere i diritti umani, in tutti i campi, nel nostro paese, non può non guardare anche alla situazione dei paesi che ci circondano governati da regimi autoritari o dittatoriali in cui ci sono lotte per la democrazia, i diritti e la giustizia sociale, che con grandi difficoltà vengono condotte da una parte della società civile, represse duramente. La stessa pandemia è stata e viene usata per accentuare la repressione e il restringimento di spazi per la società civile. 


In particolare nel Mediterraneo. Mentre a noi spetta il "compito" di costruire e/o sostenere alleanze e reti con chi lotta per la democrazia, la giustizia e i diritti, la politica del  Governo stesso deve opporsi, con i mezzi a sua disposizione e a disposizione dell'Europa, alle permanenti violazioni dei diritti umani che colpiscono attivisti/e; diritti delle donne e delle persone con diversi orientamenti sessuali; di giornalisti/e, di avvocati/e e in genere di difensori/e dei diritti umani. Citiamo in particolare: Turchia, Egitto, Israele.


Come altri paesi europei l'Italia potrebbe dotarsi di una Autorità nazionale per i diritti umani, indipendente, come, ad esempio in Francia https://www.commission-droits-homme.fr   che comprenda anche società civile, associazioni ecc.



6. Scienza e tecnologia al servizio della vita e non della guerra


Uno degli strumenti da utilizzare come strumento di pressione sono gli accordi commerciali e militari, più incisivi degli strumenti diplomatici. Ma nell'uno e nell'altro caso l'iniziativa della politica italiana, non è adeguata, anzi va in direzione opposta.


Alcuni esempi per i tre paesi citati: 

  • accordo con la Turchia (per impedire arrivo di migranti, mentre il Governo svolge una dura repressione contro la popolazione curda oltre che contro il dissenso interno); 
  • commercio armi con Egitto primo acquirente dell'export italiano di armi. Nel 2019: autorizzati 5,17 miliardi ((www.disarmo.org) Conosciamo da anni la politica repressiva del Governo: il caso Regeni, con il suo tragico esito e la scelta del Governo egiziano di negare le responsabilità, ci ha imposto di guardare una realtà fatta di centinaia di scomparse e/o carcerazioni, tra cui oggi quella dello studente Zaki.
  • La recente firma di nuovo accordo militare con Israele, paese occupante e belligerante
  • Sembra che 12,5 miliardi del recovery fund (che dovrebbe servire ad investire sul futuro delle nuove generazioni) siano richiesti da MISE l'efficientamento ecologico (?) del sistema di armi e 15 miliardi dal Ministero della difesa. 

http://www.osservatoriorepressione.info/fondi-dal-recovery-fund-governo-conte-stanzia-30-miliardi-le-spese-militari/ 


Quindi va richiesto di indirizzare questi fondi sulla spesa sociale, in una logica di riduzione della spesa militare; la sospensione o revoca di accordi militari con paesi che non rispettino normative nazionali e europee vincolanti; sospensione degli accordi commerciali preferenziali con paesi che non rispettino diritti umani.


*** Qui si trova il dossier sui diritti umani e i/le loro difensori/e redatto dalle associazioni che fanno parte del gruppo Medio oriente e nord Africa  della rete di IN DIFESA DI...a inizio 2020





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