Proposte programmatiche per il percorso di convergenza tra realtà sociali
del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Siamo convinti che questa emergenza sanitaria rappresenti uno vero e proprio spartiacque per l'impatto che avrà sulla vita delle persone, sulla società e sull'economia. Come in tutte le grandi crisi, sul serio “niente sarà come prima”. Si apre una biforcazione, per cui diventa possibile mettere in discussione le fondamenta su cui si è retta la fase neoliberista inaugurata da quarant’anni oppure saremo di fronte ad una regressione delle condizioni di vita, reddito, lavoro e anche di democrazia e libertà delle persone.
A nostro avviso l'emergenza sanitaria dimostra il totale fallimento del modello neoliberista che ha anteposto gli interessi delle lobby finanziarie e delle banche ai diritti delle persone, ossessionato dal pareggio di bilancio, fondato sulla priorità dei profitti d’impresa, sulla preminenza dell’iniziativa privata e su una forte spinta alle privatizzazioni oltre che su un'errata allocazione delle poche risorse disponibili riducendo quelle a sostegno dei servizi essenziali, aumentando per contro quelli per le spese militari e per le grandi opere inutili e devastanti.
Una società basata su tale pensiero unico non può garantire protezione alcuna ed entra in piena contraddizione con la salvaguardia della vita stessa.
Proprio per questo si apre, almeno potenzialmente, uno spazio di iniziativa importante per rilanciare la costruzione di un nuovo modello sociale e produttivo, fondato sulla centralità dei beni comuni e dei diritti fondamentali ad essi collegati, a partire da quelli essenziali per la vita.
Tutto ciò è esattamente in continuità con il percorso del movimento per l'acqua e, dunque, vogliamo connetterci con gli altri soggetti e movimenti, su basi nuove, facendo vivere e rafforzando un pensiero e un’iniziativa che rimetta al centro l’irriducibilità e la non negoziabilità dei beni comuni rispetto alle logiche del profitto e del mercato. Sentiamo forte l’esigenza di avviare un confronto largo e ampio con il fine di provare a elaborare, insieme ad altre realtà, una narrazione generale, proposte programmatiche e iniziative che mettano a nudo le contraddizioni della crisi, consentano la costruzione di adeguati rapporti di forza, invertano la rotta e realizzino un modello produttivo e sociale alternativo. E’ imprescindibile compiere un salto di qualità a partire da un approccio per cui i temi specifici di ciascun soggetto o realtà sociale possano vivere dentro questa cornice più larga.
In coerenza con quest'impostazione, ci sentiamo di avanzare una serie di proposte che, da una parte, connotano da sempre la nostra battaglia e, dall’altra, possono costituire un arricchimento per costruire un programma generale che possa vedere accomunate le realtà sociali che vogliono impegnarsi per dare gambe alla realizzazione di un’alternativa radicale al modello presente.
Se vogliamo stare in campo rispetto a quello che succederà, diventa necessario, intanto, che ci dotiamo di una nuova visione, di una narrazione generale, per un altro mondo possibile e che aggredisca i nodi di fondo che ci propone questa nuova fase di crisi sistemica.
A questo scopo e volendo contribuire fattivamente alla riflessione sul percorso di convergenza tra diverse realtà sociali ci sembra utile comunicare, rendere visibili e socializzare alcune proposte concrete e filoni tematici che possano entrare a fa parte della piattaforma condivisa:
- il primato della vita e dei diritti fondamentali rispetto al mercato e alle sue logiche a partire dal riconoscimento dei beni comuni - naturali, sociali, emergenti e ad uso civico - come elementi fondanti della coesione territoriale e di una società ecologicamente e socialmente orientata.
- A riguardo proponiamo la tutela e la ripubblicizzazione dei servizi pubblici come strumenti che garantiscono l'accesso e la fruibilità dei beni comuni e dei diritti.
- Nello specifico è, a nostro avviso, prioritario giungere ad una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato mediante l’approvazione della proposta di legge attualmente bloccata in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati (la nostra proposta di legge di iniziativa popolare) la quale definisce l'acqua come un bene comune e, oltre a sancire la ripubblicizzazione del servizio, punta a qualificarne la gestione mediante la disciplina della partecipazione attiva da parte delle comunità di lavoratrici/ori e utenti.
E' necessaria dunque, rispetto al modello di gestione privatistico, una radicale inversione di tendenza che si può realizzare unicamente con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la soppressione di ARERA, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per giungere così ad un nuovo metodo tariffario e ad un sistema di finanziamento, basato sulla leva tariffaria, sulla finanza pubblica e la fiscalità generale.
Sempre nell'ambito di questo filone tematico s'inserisce la nostra proposta di costituzionalizzazione del diritto all’accesso all'acqua e dei diritti della Natura, consapevoli che il diritto all’accesso all'acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici rappresentano un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani e la natura, dove si riproduce e si realizza la vita, ha diritto a che si rispetti integralmente la sua esistenza e al mantenimento e alla rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi.
- la consapevolezza che la crisi climatica e ambientale si combatte mediante la conversione ecologica dell’economia e una transizione energetica partecipata che metta in campo politiche adeguate per mitigare gli effetti del surriscaldamento globale a partire dalla fuoriuscita dall'uso dei combustibili fossili.
Partiamo dal fatto che, a fronte della situazione di emergenza idrica che si è evidenziata in questi ultimi anni e che comunque ha caratteristiche strutturali, occorre mettere in campo rapidamente alcuni interventi in grado di aggredirla e dare ad essa soluzioni utili.
Proponiamo l’attivazione di un grande piano per la ristrutturazione delle reti idriche, che preveda anche il divieto alla distribuzione dei dividendi e la destinazione degli utili delle aziende che gestiscono il servizio idrico. Stiamo parlando di ingenti risorse (centinaia di milioni di euro) che potrebbero essere utilizzate per finanziare investimenti che sappiamo essere estremamente necessari visto che la rete idrica italiana ha perdite medie superiori al 40%;
- l’espansione della democrazia e della partecipazione, oltre alla necessità di vigilare che non si cristallizzi in nessun modo la compressione delle libertà individuali e sociali imposte in tempi di pandemia per straordinaria necessità. A questo scopo è necessario lavorare alla promozione di una partecipazione e protagonismo diffusi a livello locale anche mediante la definizione di un nuovo ruolo dei Comuni e l’attivazione di percorsi di democrazia partecipativa. Qui si colloca anche l'eliminazione del patto di stabilità interno, ovvero vincoli algoritmici che, in oltre venti anni, hanno comportato la drastica riduzione del personale dei Comuni, l'azzeramento delle loro possibilità di fare investimento, il taglio progressivo di diversi servizi essenziali;;
In generale diviene necessario un nuovo forte ruolo dell’intervento pubblico capace di realizzare tutti gli obiettivi che si condivideranno, al di fuori della trappola del debito e per ridurre in modo significativo le disuguaglianze sociali.
Va, quindi, messo a punto un grande Piano di interventi e investimenti pubblico con l’obiettivo non solo di imprimere una svolta radicale rispetto alle scelte di politica economica e sociale compiute almeno negli ultimi 30 anni, ma anche quella di intervenire nei meccanismi di creazione-distribuzione della ricchezza e di decisione degli investimenti, cambiando in profondità gli assetti fondamentali del modello di produzione e del vivere sociale, oltre a definire nuove priorità e finalità di uno sviluppo eco-solidale, teso a contrastare l'economia inquinante che devasta il clima e l'armonia con la natura. Dentro e in coerenza con questo contesto, vanno previsti interventi volti a costruire sia un reddito minimo garantito che un salario minimo garantito, così come è fondamentale andare verso una forte riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario.