IL DONO AL PONENTE LIGURE - APPELLO PER LA CURA DEL TERRITORIO

 



LA NECESSITA’ E L’URGENZA DELLA CURA 

DEL NOSTRO TERRITORIO, FRAGILE E FERITO

Il territorio del Ponente Ligure, soffocato da una crescente urbanizzazione, è attaccato sempre più frequentemente da emergenze climatiche, a cui non seguono sufficienti e doverosi atti di tutela, difesa, manutenzione, ormai diventati per noi una priorità.

Fragilità dei nostri territori equivale a fragilità dei nostri corpi e delle nostre relazioni, lo si è visto ancora negli ultimi eventi disastrosi per la nostra zona, verificatisi all’inizio di ottobre.

Un approccio sano al territorio e alla mobilità deve porre fine al consumo di suolo e alle opere inutili e dannose, per permetterci di vivere in comunità ed in luoghi di socialità e cultura.

Su questo chiediamo una particolare sensibilità, attenzione e presenza concreta con appositi investimenti da parte dello Stato, del Governo e delle Istituzioni locali.

I movimenti e molti gruppi di cittadini e cittadine stanno riflettendo sul dovere e sulla necessità di “prendersi cura” del nostro territorio, un’attività ecocompatibile strutturale e ordinaria insieme contro fenomeni di dissesto, ma anche per attuare una conversione ecologica del sistema tecnologico, industriale ed energetico, che deve colmare anni di sviluppo insensato e diventare priorità  per tutte le Istituzioni del nostro Paese.

Vogliamo condividere uno stralcio del “dialogo virtuale” su questo tema tra Nord e Sud d’Italia, nato dal confronto di esperienze simili tra Liguria e Sicilia, Sanremo e Catania, promosso dal Laboratorio Ecofemminismo e Sostenibilità #dallastessaparte.

“Dopo i disastri che decenni di interventi distruttivi dell’uomo hanno provocato sull’ambiente vasto e nei singoli territori, diventa prioritario ora pensare a un nuovo modo di abitare il mondo, di utilizzarne le risorse, a nuove regole di convivenza. Una vera inversione di rotta che deve portare a modificare in senso ecologico modelli comportamentali, culturali, sociali, economici, industriali. È anche una questione di giustizia, democrazia e uguaglianza. Difendere il territorio (e la popolazione tutta) dalla violenza di un nuovo sfruttamento, e ripararlo, significa prevenzione delle calamità e dei disastri ambientali cui assistiamo con troppa frequenza. Gli ultimi anni hanno messo in evidenza l’intensificarsi di fenomeni estremi anche in Italia: alluvioni, mareggiate, trombe d’aria, frane…

Proprio lì, dove noi abitiamo può essere un luogo di catastrofe. 

Una seria e programmata politica incentrata sulla manutenzione dell’esistente, la salvaguardia della bellezza e della ricchezza del paesaggio naturale, del nostro patrimonio storico, artistico, culturale oltre a creare lavoro, soprattutto per le donne e i giovani, qualifica il nostro territorio e la sua capacità di accoglienza, lo rende complessivamente più protetto, più bello, più accessibile e fruibile da tutti.

Ne sentiamo particolarmente l’esigenza quando eventi climatici importanti mettono a dura prova le fragilità complessive dei nostri corpi e della nostra terra. E tutto il territorio italiano diventa testimone di questa devastazione, dai centri storici, alle coste e ai fiumi (cementificati), ai centri urbani moderni, alla montagna...come succede sempre più spesso!

Sono davvero priorità ineludibili per tutti e tutte: la cura, la messa in sicurezza, la manutenzione, la protezione del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico sulle coste e nell’interno, la difesa delle spiagge e degli arenili, la riqualificazione urbana a partire dagli edifici pubblici, scolastici e residenziali,  la modernizzazione delle infrastrutture di mobilità pubblica ora inefficiente, i collegamenti tra Regioni e con gli altri Paesi sono ambiti importanti per la creazione di qualità di vita e di lavoro.

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Una grande opera di ricucitura DA NORD A SUD deve essere la prima per importanza: un’opera capillare che può dare risultati occupazionali in molteplici settori, nel segno della qualità degli interventi e dell’occupazione stessa, per ri/costruire una comunità paritaria, solidale, integrata, partecipe delle scelte che la coinvolgono, con l’attenzione al benessere fisico e sociale di tutte le persone, di tutte le età.

Il territorio è risorsa da valorizzare e non da consumare senza fine per attività speculative, che ora rischiano di aggredire ulteriormente e privatizzare aree di grande fruibilità e riconoscibilità storica in molti contesti, senza una condivisione circa il reale interesse pubblico e senza una giusta valutazione dei costi sociali, di quanto sarebbe veramente necessario per la vivibilità dei luoghi in termini di servizi ai cittadini e alle cittadine, per esempio”.

Per questo lembo di Liguria “prendersi cura del territorio” è salvare le persone, l’ambiente, il paesaggio, le infrastrutture, la storia e la bellezza che ci circonda!

Una ricchezza collettiva costituita da territorio, patrimonio, servizi e beni comuni da sottrarre alla ‘valorizzazione’ dei mercati finanziari e dell’economia del profitto.

22 dicembre 2020

Daniela CASSINI, Mauro GIAMPAOLI