IL DONO DI NATALE AD UDINE: UNA POSSIBILITA' AL FUTURO






Il nostro Dono di Natale

Regaliamo una possibilità al Futuro

Il Comitato StopTTIP di Udine, da cinque anni in mobilitazione contro le deregolamentazioni sui Trattati di Libero commercio, ha aderito al Manifesto “Per una Società della Cura, uscire dalla logica del Profitto” unitamente a 30 realtà collettive e oltre 1200 persone attive sul tema.

Come mai il Comitato aderisce e dà il suo contributo per la realizzazione di una Società della cura?

In questi difficili momenti, nella preoccupazione di assistere a una nuova recrudescenza del coronavirus, non dobbiamo perdere la lucidità. Curare, innanzitutto curare il commercio globale, e ancor di più curare i cittadini, da parte di chi e con quali garanzie?

Il commercio globale va curato nel senso che si dovranno privilegiare i diritti delle persone, mantenere saldo il principio di precauzione, garantire una giustizia sociale e ambientale, tutelare il lavoro e la salute, l’ambiente e il suolo, l’agroalimentare, i beni comuni, l’acqua e l’aria, rivalutare la centralità dei territori  e riconoscere regole certe per bloccare i comportamenti predatori delle Multinazionali, oggi più che mai assetate dai possibili profitti e pronte a citare in giudizio gli Stati che hanno organizzato necessarie misure a favore di noi cittadini. 

Un appello a Voi,  persone delle Istituzioni

Ci permettiamo di rivolgere a voi, nostri rappresentanti, un appello accorato, oggi 22 dicembre, con il nostro   Dono di Natale perché ci sia una possibilità di Costruire insieme un Futuro diverso.

Abbiamo riflettuto in particolare su tre tematiche che poniamo alla vostra attenzione, Consiglieri e Giunta regionale FVG, Parlamentari eletti in FVG, Ministri di competenza:

 la Centralità dei territori, la Tutela dell’agroalimentare sano senza OGM e pesticidi, Salute bene comune e Sanità servizio pubblico che va garantito a tutti i cittadini senza disuguaglianze.


Centralità dei territori

Vi chiediamo

di riterritorializzare le scelte politiche con un ruolo essenziale affidato ai Comuni, alle città e alle comunità territoriali, luoghi di reale democrazia di prossimità in cui gli abitanti possano partecipare fattivamente sulle decisioni collettive senza svenderne le peculiarità, soprattutto con riferimento ad acqua, aria, suolo, agroalimentare, salute, contrastando la pervasività dei grandi gruppi che si inseriscono nella gestione dei servizi e nello sfruttamento del territorio stesso.


Tutela dell’agroalimentare sano senza OGM e Pesticidi

In un modo dominato dai colossi del Cibo, dall’uso di Pesticidi e OGM vi chiediamo di privilegiare la Salute dei cittadini più che i profitti di pochi, le Multinazionali del settore.

OGM 

Sul tema degli OGM ci risulta un attacco sia al principio di precauzione sia alla valutazione di impatto sul cibo portato avanti dal Ministero dell’Agricoltura che vuole avocare a sé tutte le scelte, mentre fino ad oggi i controlli erano in cooperazione con i Ministeri dell’Ambiente e della Salute.  Chiediamo ragione proprio al Ministero dell’Agricoltura, dei quattro decreti presentati in Commissione Agricoltura a favore dell’introduzione di nuovi OGM, considerato che anche la Spagna, Paese dove si usavano con facilità  Ogm, ne vede una  riduzione del 18% sulla coltura del mais già dal 2013 e che esperti internazionali tra cui il prof. Gianni Tamino, ex europarlamentare, precisa l’invasività sempre più grave dei nuovi OGM per la conseguente irreversibilità dell’inquinamento del terreno trattato e con il rischio di un aumento della resistenza agli antibiotici nelle persone. 

Chiediamo ragione dei quattro decreti alla Ministra dell’Agricoltura Bellanova, ai due Ministri della Salute e dell’Ambiente e così pure al Presidente della Conferenza Stato Regioni Bonaccini e al Presidente della Repubblica, visto che l’eventuale emanazione di questa legge delega travalica le prerogative per cui il Parlamento dà una delega al Governo.


PESTICIDI 

Quali dati abbiamo a disposizione? I dati ufficiali, desunti da uno studio di Legambiente sui dati dei laboratori pubblici italiani nell’anno 2017, sottolineava già in quel momento, su 100 campioni, la presenza di pesticidi per l’1,3% fuori norma sull’ortofrutta nazionale e per il 3,8 % sull’ortofrutta importato.

Dati seri aggravati dal fatto che per i campioni regolari con multiresiduo, cioè con la presenza di più pesticidi in un unico alimento, si registrano dati inquietanti addirittura il 18,4% per l’ortofrutta nazionale, e le norme europee considerano fuori norma solo il caso che almeno un pesticida superi il limite massimo di residuo (LMR); non viene considerata la somma di residui in un unico prodotto.

Ricordiamo anche che la miscela di inquinanti tocca anche le acque pubbliche, sia superficiali che sotterranee monitorate anch’esse dall’ISPRA e dagli organismi Regionali.  Esiste una difformità del controllo sul territorio nazionale e non tutte le regioni aderiscono al monitoraggio; le sostanze monitorate sono quelle in uso, non quelle in commercio che sfuggono a un normale controllo.


Il monitoraggio del 2015/2016 ha portato ad un’impennata dei dati, per le acque superficiali al 68% e per quelle sotterranee all’81% e con i punti di monitoraggio fuori norma rispettivamente del 21% e del 34%.

Sostanzialmente, ciò è avvenuto raddoppiando le sostanze cercate (53 nel 2014 e 112 nel 2015-16).


Relativamente a questo tema chiediamo sempre ai tre Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Salute, visto che in primavera si avvierà l’iter di revisione del Piano di azione per l’uso sostenibile, come intendono attuare una difesa fitosanitaria in agricoltura per preservare qualità e quantità delle produzioni e al nostro Consiglio regionale quali strumenti intenderà attuare per garantire Cibo sano e Salute dei cittadini.


Sanità e Salute

Una Sanità aziendalizzata e privata nel tempo di risorse sin dagli anni ’90, dal 2012 al 2015 tolti più di 27 miliardi di euro ,un’Italia con 20 sistemi sanitari diversi, con la sospensione di ospedali, di interi reparti, di posti letto, tagli di posti letto (vedasi in FVG la delibera 2673/2014 con 579 posti letto per acuti eliminati  nella nostra regione, uno stravolgimento per gli Ospedali di Cividale, Sacile, Gemona e Maniago ed anche Palmanova con l’esplosione della pandemia, sottodimensionati in tutta Italia medici e ancor di più gli infermieri, in Italia 4 infermieri per ogni medico, in Germania 12 per uno.

Cosa chiediamo?

Per quanto riguarda il finanziamento del SSN, chiediamo di svincolare l’attuale budget di 115 miliardi dal Pil, spesa sanitaria pubblica attualmente corrispondente al 6.5% del Pil, insufficiente secondo gli standard europei, ricordando che l’approccio economicistico ha portato nel nostro Paese a spendere nel 2018 oltre un quarto in meno per ciascun abitante rispetto alla media dell’Unione europea, 

rilanciare la medicina territoriale, dopo tante promesse di telemedicina e diagnostica di livello per i medici di base e una nuova centralità ai Medici di medicina generale, che dovrebbero diventare dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale per sostenere la Sanità pubblica,

definire con chiarezza il rapporto tra Ospedale e Territorio, mantenendo per il primo una funzione integrativa della funzione primaria di riposta ai bisogni, che vanno soddisfatti in modo prioritario nel Territorio,

consolidare il sistema di prevenzione primaria anche con un coordinamento più stretto tra temi ambientali e sanitari (oggi separati dal Sistema Sanitario Nazionale con l’istituzione delle agenzie per l’ambiente ANPA e ARPA), considerando anche l’aumento delle patologie in seguito ai contatti tra fauna selvatica e bestiame negli allevamenti intensivi, all’uso senza regole di antibiotici ed interferenti endocrini e in seguito ai cambiamenti climatici,

eliminare alcune storture riguardo gli obiettivi delle Aziende Sanitarie, in particolare evitare di premiare i direttori generali per il raggiungimento del pareggio di bilancio, ma premiarli per il conseguimento di obiettivi di salute, piano vaccinazioni, tracciamenti, terapie domiciliari,

consolidare il Personale sanitario pubblico, risorsa principale dell’efficienza sanitaria, evitando straordinari, turnover e precariato; in particolare, rivedere le situazioni di sfruttamento degli operatori liberi professionisti che lavorano con cooperative presenti in più sedi, col rischio di diventare veicolo di infezioni,

organizzare nuovi modelli di assistenza per malattie croniche e disabilità più efficaci ed efficienti,

rivedere a livello generale il trasferimento di sussidi monetari (pensioni, indennità, rimborsi agli assistiti); il sistema dovrebbe essere tracciabile e si dovrebbero privilegiare le forniture in termini di servizi adeguati da parte del servizio pubblico, anche per garantire il principio di uguaglianza dei cittadini,

implementare le spese correnti, non solo quelle in conto capitale, per dirla brevemente “meno muri e mattoni e attrezzature tecnologiche” con risorse a pioggia su formazione, progetti, ricerca, assistenza domiciliare,

fermare l’espansione del cosiddetto “secondo pilastro”, cioè la sanità integrativa e assicurativa, visto che in diversi contratti nazionali si sono introdotte prestazioni sostitutive e competitive con quelle offerte dal servizio pubblico, avviando in modo oscuro uno stravolgimento del concetto di Sanità servizio pubblico.

Date una risposta al nostro Futuro

Comitato StopTTIP di Udine

Emilia Accomando

stopttipud@gmail.com

con il contributo di Pierpaolo Brovedani, Paolo Pischiutti ed Ivan Volpi